Cosa non funziona nel sistema bancario rurale in Cina?

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Il governo Cinese sta caldamente invitando le banche commerciali ad offrire una gamma più vasta di prodotti finanziari, sia attraverso la rete di filiali che sulle piattaforme online.

Il motivo è cercare di arginare la proliferazione di frodi ai danni dei consumatori. Il Consiglio di Stato ed il Comitato Centrale del Partito Comunista hanno alterato, in modo sottile, il linguaggio a riguardo lo sviluppo della finanza online per le zone rurali. Lo scorso anno si parlava di “sviluppare servizi bancari mobili e su internet nelle zone rurali”. Il documento di quest’anno, invece pone enfasi sul ruole delle istituzioni finanziarie incoraggiando le banche commerciale ad usare le nuove tecnologie per offrire micro-prestiti, servizi di pagamento e prodotti assicurativi ai contadini. Secondo il Ministro della Sicurezza Pubblica, il numero di casi di frode nel settore della raccolta di fondi/depositi, nel 2016 e’ cresciuto del 71% rispetto al 2015, per un ammontare totale di controvalore pari 250 miliardi di Yuan (36 miliardi di dollari), in crescita del 57% rispetto al 2015.

Il sistema bancario in Cina ha subito dei radicali cambiamenti negli ultimi anni. La situazione attuale di difficoltà è anche il risultato delle riforme introdotte nel 2008, quando il famoso “Document numero 23” era stato pubblicato. Questo documento stabiliva le regole per la formazione e gestione delle società di microcredito su tutto il territorio cinese. L’intenzione del documento era quella di incrementare la fornitura di servizi bancari, cioè credito, alla micro-imprese ed ai contadini. Tuttavia, le regole imponevano delle condizioni sul modo di finanziamento e operativo tali che tali società di microcredito non avrebbero mai potuto offrire ritorni accettabili ai propri azionisti. Questi temi sono stati trattati in un documento scritto da me per il Global Policy Institute, dove sostengo che il governo cinese avrebbe dovuto rilassare le regole sul limite alla leva finanziaria e sull’accesso al mercato wholesale del denaro. La mia analisi risale a qualche anno fa, ma, purtroppo, è ancora molto attuale nella sostanza.

Oggi, molte di tali imprese costituite subito dopo il 2008, si sono evolute in veicoli finanziari per offrire credito alle PMI, abbandonando l’intento iniziale di offrire credito a contadini e micro-imprese. In pratica, hanno riempito il vuoto nel mercato creatosi per lo scarso desiderio delle banche commerciali tradizionali ad imbarcarsi nel settore del microcredito vero e proprio.  Durante, molte delle nostre interviste è emerso che il valore di singoli mutui ammontava a parecchi milioni di RMB (milioni di dollari), parecchio lontano dai 500-1000 dollari tipici del settore microcredito.  Al termine del nostro studio, abbiamo prodotto un documentario sulla finanza rurale in China (cliccare quà per visionare l’intero documentario)

Come spesso accade in Cina, tutto è interconnesso e la mancanza di prodotti finanziari nelle zone rurali è, in parte, causata dalla politica di tassi d’interesse bassi attuata dalla Banca Centrale Cinese, che, a sua volta, ha causato il proliferare del cosiddetto Shadow Banking, sistema bancario sommerso, che non è altro che l’ala semi-legale delle società di microcredito formali.

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