Piano Geraci: Parte 1 – Come regolamentare inbound M&A

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In questo video affronto un tema abbastanza caldo, ovvero: come facciamo a proteggere l’Europa e l’Italia da acquisizioni, spesso predatorie, messe in atto da enti stranieri e, in particolare, da entità cinesi? Il piano Geraci potrebbe essere la soluzione, o perlomeno una strategia, che ha come obiettivo non solo quello di difendere il nostro paese, ma anche di sfruttare le inaspettate opportunità apportate dagli investitori stranieri.

Gli investimenti stranieri diretti (FDI) si dividono in due gruppi principali:

  1. operazioni di acquisizione tradizionale, ovvero le M&A, che non apportano nuovo capitale in azienda;
  2. il secondo tipo di FDI è quello che invece chiamiamo green-field. Si tratta di operazioni dove l’acquirente non acquisisce nulla, ma investe direttamente: apre una nuova fabbrica, apre un nuovo ufficio, una nuova attività produttiva e in questo caso porta tre grandi benefici al paese che riceve quest’investimento 1) capitale, 2) posti di lavoro e 3) la possibilità di apertura di un nuovo mercato.

La considerazione che è alla base della mia analisi è che il nostro paese, come l’Europa tutta, dovrebbe incoraggiare investimenti di tipo green field e scoraggiare invece le M&A, per consentire un beneficio a tutti, sia per l’azienda che investe, sia per l’azienda oggetto degli investimenti.

Nel caso specifico dell’Italia, l’obiettivo principale di un investitore cinese è il controllo totale delle aziende, con un’acquisizione totale: ciò che l’Italia può fare in questo caso è monitorare questo tipo di acquisizioni.

Vediamo insieme in cosa consiste questo monitoraggio e perché il “piano Geraci” potrebbe rappresentare una strategia ottimale, affinché le operazioni di acquisizione portate avanti dalla Cina diventino occasioni anziché minacce per il nostro paese.

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