Come funziona il partito comunista cinese

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L’occidente ritiene che il sistema politico cinese sia rigido, chiuso e moralmente illegittimo e che la Cina non sia una democrazia. Tutto falso, almeno in parte. Un’idea che deriva da chi si è nutrito della narrativa occidentale. Eric Li, in un Ted Talk di qualche tempo fa ma che resta sempre attuale, ci spiega un po’ come funziona il partito comunista cinese, un utile primo passo per comprendere di più come funziona il sistema politico cinese e perché’ la Cina riesce sempre a centrare i propri obbiettivi economici e sociali.

Il sistema politico cinese ha le tre caratteristiche opposte: 1) grande capacità di adattamento 2) basato sulla meritocrazia 3) legittimo, che andiamo a discutere in dettaglio:

  • Il partito comunista cinese ha una capacità di adattamento senza uguali al mondo e risponde alle sfide esterne, aggiornandosi, accogliendo nuove idee, spesso ance radicali ed impensabili anni prima. Tra tutte, le riforme del 1978 di Deng Xiaoping e quelle di Jiang Zeming negli anni novanta, che hanno tracciato una linea ben marcata tra “prima” e “dopo”. Negli ultimi 70 anni sono esistite due Cine: quella comunista dell’era Mao (1949-1978) e quella moderna, capitalista, aperta ai mercati e a riforme economiche e sociali (1978-oggi). Chi vuol capire la Cina, faccia ben attenzione a non confondere questi due periodi. Il partito comunista cinese cambia anche le proprie regole di governance interne; per esempio, dagli anni 90, anche uomini d’affari sono potuti divenire membri del partito, cosa impensabile al tempo di Mao. In passato, il segretario generale del partito poteva restare in carica a vita, mentre oggi esiste un limite di due mandati (un po’ come il 5S),  10 anni in totale con obbligo di ritiro dalla vita politica all’età di 68 anni. Anzi, notizia di poche ora fa, nuova riforma che cambia la regola: adesso il presidente può’ rimanere in carica per più’ di due mandati. Oggi e domani, ci saranno tutti i giornali che analizzeranno questo grande cambiamento. Il mio commento e’ che la Cina si adatta e, come una fisarmonica, talvolta fa passi avanti, talvolta passi indietro, talvolta si apre al resto del mondo e talvolta si chiude in se stessa a seconda delle esigenze del momento. Stavolta la continuità’ del presidente Xi sembra avere il sopravvento sulla regola dei due mandati. Il sistema politico cinese si è evoluto come quasi nessun altro sistema al mondo. Il modo in cui la Cina è governata oggi, dal governo centrale ai più bassi livelli del partito è completamente diverso dal passato. Chi dice che le riforme politiche non sono state al passo con le riforme economiche non ha ben compreso l’evoluzione temporale che la Cina ha avuto in pochi decenni.

  • Il partito comunista cinese è una delle organizzazioni più meritocratiche esistenti al mondo. L’Occidente crede che in sistemi politici a partito unico il potere sia concentrato nelle mani di pochi, il che porta a cattivo governo e a corruzione. Vediamo se è così. Il partito opera secondo una piramide composta da tre elementi base: Servizio Civile, Imprese di Stato e Organizzazioni Sociali (es: università). I giovani laureati vengono assunti in uno dei tre elementi e da li iniziano la loro carriera politica. Ci si può muovere in verticale ed in orizzontale, quindi un giovane laureato può, ad esempio, iniziare come rappresentante d’istituto in un’università’ (Organizzazioni Sociale), per poi venir promosso a fare il manager in un azienda di stato (Imprese di Stato) e poi promosso ancora a sindaco in una città (Servizio Civile), poi, nel tempo passa ancora in azienda più importante con mansione più senior, per esempio CEO di una grossa azienda di stato e poi ancora promosso di nuovo nei servizi civile e diventare segretario provinciale del partito e cosi via lungo un percorso con tre basi che porta il candidato verso l’alto fino a raggiungere il massimo livello, membro del Comitato Centrale, dopo circa 30 anni. Il progredire verso l’alto avviene attraverso un esame annuale dove tutti i candidati vengono valutati, intervistando sia i loro superiori che le persone ai livelli inferiori, si fanno sondaggi esterni tra i vari soggetti interessati ed i vincitori vengono promossi. E così ogni anno. Nessuno in Cina, arriva ad essere sindaco di una grande città, segretario nazionale né tanto meno ministro senza aver prima, per decenni imparato, lavorato sodo e dimostrato competenze. Il sistema è perfetto? No, ma quando si scoprono errori, si cerca di correggerli. C’è corruzione e nepotismo? Si, ma la meritocrazia domina il sistema e la presenza di possibili nepotismi quasi diventata irrilevante al fine del raggiungimento degli obbiettivi socio-economici. Questo sistema meritocratico assicura, quindi, che il governo, a tutti i livelli è composto da gente super competente. Nessuno dei nostri politici occidentali, Obama compreso, arriverebbe neppure al livello di segretario locale del partito. Ecco perché se si annuncia un obbiettivo di crescita del Pil del 6.5%, si fa sempre 6.5% o di più. Fidatevi. A scanso di equivoci, quello descritto sopra e’ il sistema di avanzamenti riservato agli iscritti al partito che vogliano raggiungere posizioni di vertice in ciascuno dei tre elementi. Il resto della popolazione non deve seguire questo percorso, ma rimane libera di fare l’impiegato, anche di un certo livello, in aziende sia di stato che private, o di intraprendere attività in proprio. Ma per arrivare al top della vita economica, la tessera del CCP e’ utile:)

  • L’occidente ritiene che l’unica forma di democrazia sia quella elettorale a suffragio universale e, usando questa definizione, la conclusione è che la Cina non è un paese democratico e che il potere è quindi illegittimo. In Cina, tuttavia, il concetto di legittima non e’ tanto legato all’input, quanto all’output. Mi spiego: quello che rende legittimo un governo non dipende da se sia stato il popolo a scegliere i rappresentanti, ma dai risultati che essi ottengono. Bisogna pensare alla Cina come ad una democrazia ex-post: il popolo non ha voce in capitolo nella scelta dei propri rappresentanti, ma tali rappresentanti faranno gli interessi del popolo che, quindi, non avrà motivo di lamentarsi. Questa verifica avviene non a inizio mandato come da noi, attraverso elezioni, bensì’ a fine mandato quando si fanno i conti. Risultati: negli anni 40 l’aspettativa di vita era di 40-anni, oggi la Cina e’ la seconda economia mondiale. Negli ultimi 40 anni, 800 milioni di persone sono state eradicate dalla povertà e la Cina e’ stata il massimo contributore al raggiungimento degli Millennium Development Goal delle Nazioni Unite. Il reddito pro-capite e’ cresciuto di 100 volte dal 1978 ad oggi, sia per i cittadini urbani che per i cittadini rurali. La classe media ha raggiunto i 400 milioni. Ben percentuale che sale al 93% tra i giovani (prova l’80% dei cinesi ha una visione positiva del proprio futuro,te a chiedere ai nostri giovani); il tenore di vita è aumentato per la stragrande maggioranza dei cittadini (70%), e solo il 5% ritiene di aver fatto un passo indietro, numeri che non hanno uguali in altri paesi occidentali.  E, dal recentissimo rapporto di World Justice, la sicurezza pubblica è più alta in Cina che in Italia, una donna, un uomo possono uscire la sera, prendere un bus o un treno senza avere la minima preoccupazione. Agli occhi dei cinesi, questo vale di più porre una croce sul simbolo di uno dei nostri partiti.

Di sotto, la madre di tutti i grafici: riduzione della povertà’ in Cina dal 1978 ad oggi. Un risultato che non ha uguali nella storia dell’umanità’. Qualunque altro sistema di governo avrebbe evitato alcuni dei problemi che si sono verificati in Cina negli ultimi decenni, ma non avrebbe raggiunto questo risultato storico. Quando giudichiamo, teniamo sempre a mente quali sono gli obbiettivi primari.

 

Di seguito, l’originale del Ted Talk di Andy Xi, 20 minuti che vale bene la pena di ascoltare per capire un po’ di più (in Inglese).

2 COMMENTS

  1. Vivendo in Cina da anni, ho trovato questo articolo interessantissimo e corrispondente al vero al 100%.

    Chissà per quanto tempo ancora il Bel Paese si chiamerà ancora così….

  2. La realtà è al contrario di come dice lei. Loro hanno un sistema politico “input-based”, ovvero la famigerata meritocrazia. Non hanno un controllo ex-post, perché non c’è mai il voto. Quindi se lei interpreta il voto non come scelta, ma come conferma, loro sono costretti a confermare sempre lo stesso governo, anche per 30 anni come è successo con mao.

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