La Commissione Nazionale per lo Sviluppo e Riforme (NDRC) ha pubblicato un documento per sottolineare l’importanza e la necessità di tagliare la sovrapproduzione’ del settore della produzione dell’acciaio.
Nonostante la recente ripresa dei ricavi di settore, il documento della NDRC invita ad ulteriori azioni per ridurre la capacità produttiva e mantenere un tasso di crescita economico adeguato. Al 10 febbraio, 2017, il totale dell’inventario dell’acciaio in 29 delle città principali della Cina ha superato le 12.3milioni di tonnellate, il che rappresenta un incremento del 35% rispetto a sole tre settimane fa, ed e’ un valore ancora più elevato del picco registrato nel 2016.
Il problema della sovrapproduzione e’ sempre stato un cruccio per i partner commerciali della Cina, in particolare per i paesi produttori di acciaio. La Cina può gestire questo problema in due modi: 1) Può usare la sovrapproduzione per dimostrare che il costo medio per tonnellate di acciaio e’ piu’ basso di quanto lo sia nei mercati internazionali. 2. Può tentare di evitare sanzioni commerciali da parte dei paesi occidentali, sulla base che la produzione stessa di grosse quantità porta ad un calo del prezzo medio. Le regole del WTO (Organizzazione Mondiale per il Commercio, OMC), stipulano che il prezzo a cui un paese esporta le proprie merci deve essere paragonato al prezzo in vigore sui mercati internazionali. Qualora le merci esportate venissero vendute ad un prezzo inferiore di tale mercato internazionale di riferimento, i partner commerciali potrebbero applicare delle sanzioni, o dazi doganali. Il fatto stesso che la Cina produca la metà di tutto l’acciaio mondiale fa sì che la Cina, quasi per definizione, sia assimilabile al mercato mondiale stesso. E’ sempre difficile per un partner occidentale cercare di imporre dei dazi doganali sulle importazioni di acciaio, perché il punto di vista della Cina e’ “Le marché c’est moi”. Quindi, il paragone con un prezzo internazionale di riferimento diventa cosa molto complessa.