I recenti attriti tra Europa e Cina mettono in risalto due modi diversi di condurre le analisi e, a mio avviso, questo deriva dall’incapacità degli analisti occidentali di analizzare il successo economico cinese in modo adeguato.
In statistica esistono due principali metodologie di analisi dei dati: la prima si chiama cross-section, la seconda time-series. Il primo metodo tende a paragonare i valori di una variabile oggi con il valore della stessa variabile in altri luoghi; il secondo metodo, invece, si focalizza sul paragonare il valore di tale variabile oggi con il valore della stessa variabile in passato nello stesso luogo. In altre parole, l’analisi cross-section è un paragone statico, mentre l’analisi di tipo time-series ci rivela come le cose si sono evolute nel tempo.
Quando si analizza l’economia della Cina nasce un dilemma: gli analisti occidentali tendono a usare l’analisi di tipo cross-section e paragonano la Cina di oggi con, per esempio, l’Europa di oggi. Naturalmente, usando questa metrica, la Cina appare in ritardo su tutte le misure di sviluppo economico, come l’apertura dei propri mercati, lo sviluppo del sistema finanziario e così via. Il risultato è che gli analisti accidentali fanno pressioni sulla Cina affinché essa acceleri le riforme ed offra reciprocità. D’altra parte, i cinesi tendono invece ad essere analisti di tipo time-series, e paragonano la Cina di oggi con la Cina di decenni fa. Naturalmente, attraverso le lenti del tempo, lo sviluppo della Cina non ha paragoni nella storia dell’umanità. Più di 800 milioni di persone sono state eradicare dalla povertà sin da quando, nel 1978, sono state attuate le riforme sociali ed economiche. Si può discutere sul numero esatto ma non sul fatto che la Cina abbia fatto passi da gigante.
Chiaramente, le due metodologie di analisi, arrivano a conclusioni e a proposte di riforme completamente differenti: gli analisti occidentali si lamentano che le riforme in Cina non sono abbastanza veloci, mentre gli analisti cinesi sottolineano che la Cina si sta muovendo e che il gap si sta restringendo. Come si può risolvere questo dilemma?
L’Unione Europea sta implementando delle nuove politiche che mirano a fare uno screening più accurato delle operazioni di acquisizione da parte di entità non europee ed oggetto di tale scrutinio sono sia le società acquirenti, sia le società oggetto delle acquisizioni (target). Per quanto riguarda i target, la commissione europea stilerà una lista di industrie strategiche che saranno soggette allo scrutinio maggiore prima che esse possano essere acquisite da un’entità non europea. Dal lato dell’acquirente si farà più attenzione a chi sono gli azionisti di riferimento e, qualora dovesse esserci il coinvolgimento di un governo straniero, il via libera all’acquisizione dovrà superare ulteriori ostacoli.
Nel documento della Unione Europea non è stata fatta nessuna menzione specifica della Cina ma c’è la preoccupazione che, dal momento che molte delle imprese cinesi sono a partecipazione statale, il flusso di acquisizioni dalla Cina verso l’Europa potrebbe incontrare più resistenze che in passato. La preoccupazione dell’Europa è che, l’entità straniera, possa avvantaggiarsi della crisi economica ed acquistare imprese ad un valore al di sotto del loro futuro potenziale. I politici europei sarebbero molto più rilassati se ci fosse, da parte dell’acquirente, un impegno a portare nuovo capitale, creare nuovi posti di lavoro e aprire il mercato cinese ai prodotti dell’azienda acquistata.
Modo per ottenere ciò è attraverso una sequenza di eventi:
- in prima battuta l’acquirente cinese sarebbe limitato ad acquistare soltanto il 30% della società oggetto;
- negli anni successivi potrà aumentare la quota azionaria solo se i tre obiettivi sopra citati venissero effettivamente raggiunti.
- Pian piano l’acquirente cinese raggiungerebbe il proprio obiettivo del controllo completo del pacchetto azionario ed in questo modo sarebbero soddisfatti entrambi i tipi di analisti, quelli di tipo cross-section e di time-series.
In questo modo, gli europei avrebbero accesso a nuovo capitale e a nuovi mercati, i politici si sfregherebbero le mani per i nuovi posti di lavoro creati ed i cinesi, nel tempo, avrebbero di controllo totale dell’azienda.
Questo articolo è la traduzione del mio commento su China Daily.
[…] è, non possa aprirsi così come si aprono i paesi sviluppati, ma deve farlo gradualmente. Nel mio articolo precedentemente scritto per il ChinaDaily, sostengo proprio come per la Cina, il termine di […]