Cina ed Italia a confronto: chi rischia di più sul Debito/Pil?

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Bloomberg ha appena pubblicato un report dove si evidenzia il sempre crescente debito cinese che può mettere a rischio il futuro dell’economia. Anche se anch’io ho sempre espresso preoccupazione per il crescere del debito cinese, ho nello stesso tempo creduto nell’abilità della Cina di risolvere il problema senza arrivare ad una crisi sistemica.

L’analista Tom Orlik prevede che il rapporto debito/Pil raggiungerà il 327% nel 2022, contro il valore attuale stimato del 260%. Questi numeri naturalmente preoccupano gli economisti, perché sono molto vicini a quelli del Giappone che è il paese con rapporto più alto, intorno al 375%.

Alcune considerazioni prima di trarre conclusioni affrettate: i numeri si riferiscono al rapporto tra debito totale e Pil, quindi non al debito del governo, com’è consuetudine (sbagliata) tenere conto. Non vanno quindi paragonati ai numeri a cui siamo abituati, come per esempio il rapporto debito/Pil dell’Italia che è intorno al 140%. Tom Orlik fa bene ad usare il totale del debito contratto dal governo, dalle imprese e dalle famiglie, in modo da rendere numeratore e denominatore consistenti, visto che il Pil è la ricchezza prodotta non solo dal governo ma dalle tre entità che compongono uno Stato.


Guardando il grafico si nota come la Cina, oggi, si trovi in compagnia di Giappone, Canada, Francia, Regno Unito, Italia e Stati Uniti, i paesi con il rapporto debito/Pil più alto. L’Italia, in questa classifica, si trova al 250%, valore quasi identico al rapporto debito/Pil della Cina di oggi.

La conclusione di Tom, che conosco e rispetto molto, è che la Cina si sta avvicinando ad una crisi finanziaria a causa del debito elevato.

Nonostante ne condivida l’analisi – anzi, io credo che il debito della Cina sia già oggi molto vicino al 320% senza dover aspettare il 2022 – non sono d’accordissimo nel prevedere una crisi sistemica imminente e neppure tanto prossima e le motivazioni fondamentali di questa mia posizione sono due:

  1. la Cina batte moneta. Riguardando ancora il grafico, i paesi nella cui compagnia la Cina si trova in questa speciale classifica, possiamo notare che Giappone, Gran Bretagna, Canada, Regno Unito battono anch’essi moneta, bene o male se la cavano (il Giappone la sua crisi la ha avuta già decenni fa, crisi dovuta non soltanto all’elevato debito ma anche a una troppa apertura del proprio sistema finanziario e commercio internazionale). Il che mi porta al secondo punto:
  2. la Cina non ha un sistema finanziario integrato con il resto del mondo e nonostante abbia valori di importazioni ed esportazioni molto alte, riesce a controllare questo flusso in ingresso e in uscita con politiche commerciali, diciamo, più protezionistiche rispetto ad un libero mercato.

Semmai, dall’analisi di Bloomberg, la conclusione che mi viene di trarre è che sono invece la Francia e l’Italia i due paesi del gruppo più a rischio perché:

  1. non battono moneta;
  2. non possono neppure decidere le proprie politiche commerciali perché è Bruxelles che decide per tutti.

1 COMMENT

  1. Condivido.
    Last but not least, è la costante progressione dell’economia cinese a rendere sostenibile l’indebitamento.
    A fronte di un lento, speriamo non inesorabile, invecchiamento economico e demografico della nostra Italia.
    Finora la perdita dei gradi di libertà monetari e di bilancio è stata attutita dalle misure della BCE (quantitative easing in primo luogo), ma c’è da chiedersi fino a quando Francoforte potrà e vorrà agevolarci.

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