Parte Transaqua, il progetto pilota della possibile cooperazione win-win tra Italia e Cina in Africa, all’interno della Belt and Road Iniative. Un esempio da studiare per i nostri policy makers e aziende su come, da un lato, fare business e, dall’altro, aiutare lo sviluppo e la stabilizzazione economica dell’Africa.
Nato da un’intuizione del grande tecnico Francesco Curato ed eseguito dall’allora direttore esteri di Bonifica (Gruppo IRI) Marcello Vichi, lo studio “Transaqua” mostrò oltre trentacinque anni fa che con un’ardita opera costruttiva sarebbe stato possibile portare acqua dal bacino del Congo a quello del Lago Ciad, ripristinando il morente “Lago nel Deserto” nelle sue dimensioni originarie e al contempo donando all’Africa un’infrastruttura idroviaria, stradale, energetica e di sviluppo agro-industriale che avrebbe fatto decollare l’economia produttiva di gran parte del continente.
Oggi, grazie alla collaborazione nata alcuni anni fa tra il dott. Vichi e lo Schiller Institute, quell’idea, rimasta un “sogno” per troppo tempo, diventa possibile e assurge a progetto pilota per dimostrare la fattibilità del modello di cooperazione della Belt and Road Initiative. Saranno infatti un’impresa italiana, Bonifica, e una cinese, PowerChina, ad eseguire lo studio di fattibilità approvato dai capi di stato dei paesi rivieraschi (Lake Chad Basin Committee), riunitisi nella capitale nigeriana di Abuja alla fine di febbraio, e finanziato con una donazione iniziale di 1,5 milioni dal governo italiano.
Transaqua è la risposta a chi vede la Belt and Road Initiative in esclusiva ottica geopolitica e non crede alla possibilità di realizzare una cooperazione internazionale su basi win-win, come sostiene fortemente il Presidente Xi Jinping. L’accordo di cooperazione strategica tra l’italiana Bonifica Spa e il colosso cinese PowerChina rappresenta proprio un esempio di come tale cooperazione può essere impostata a beneficio non solo dei partner ma soprattutto dei paesi terzi oggetto di tale cooperazione.
Transaqua è il progetto di un’idrovia che parte dal sud della Repubblica Democratica del Congo (RDC), in prossimità della regione dei Grandi Laghi, e attraversa in altura tutti gli affluenti della riva destra del Congo raccogliendo, con sbarramenti artificiali, abbastanza acqua da costituire un canale della portata del Nilo e, scorrendo per gravità, “scollina” ai confini tra Repubblica Centrafricana e Ciad, riversando fino a 100 miliardi di metri cubi d’acqua nell’affluente principale del Lago Ciad, il Chari. Le quasi trenta dighe previste lungo i 2400 km del percorso di Transaqua permetteranno di generare quantità ingenti di energia idroelettrica e di regolare il corso dei fiumi, in modo da permettere lo sviluppo di attività agricole, di allevamento e di insediamenti industriali.
Si è tanto parlato in Europa di “Piano Marshall” per creare lavoro e sviluppo in Africa e arginare il fenomeno dell’immigrazione, ma finora non si è fatto niente. Transaqua è il primo, vero piano concreto in grado di creare occupazione per decenni e far decollare lo sviluppo produttivo. Si spera che le cancellerie europee, che finora hanno sabotato il progetto, colgano l’importanza di questa opportunità e aderiscano con risorse e volontà politica, gettando le basi per un “nuovo paradigma” nella politica internazionale.
Il presente commento e’ stato gentilmente scritto da Claudio Celani, Co-Editor di EIR Strategic Alert Service.
Magari il ritrito ritornello “aiutiamoli a casa loro” trovasse in questa iniziativa qualcosa di concretamente fattibile e utile!
Ideas are everythings!
People Who have no ideas…
They have nothing!