La teoria della polarizzazione dice che la crescita dei salari avviene sia per le fasce di reddito più alte che le più basse, ma con la contemporanea decrescita dei salari per la classe media. Purtroppo, la realtà è peggiore.
Questo studio di Daniel Oesch, Giorgio Piccitto, smentisce la teoria della polarizzazione, ma per il motivo sbagliato: invece di negare il crollo dei salari della classe media, si dice che anche le classi a reddito più basso perdono.
Da un lato, la polarizzazione porta, appunto, ad una situazione divisiva, con i vincenti in alto e in basso, ed i perdenti in mezzo. Fermo restando che il crollo della classe media è una tragedia per la società ed economia di una paese, la crescita dei salari delle classi piu’ basse avrebbe mitigato le disparità di reddito tra ricchi e poveri.
Invece lo studio, in modo ancora più drammatico ci dice che, la classe media si continua ad estinguersi, ma anche le classi basse perdono. In sintesi, solo chi e’ più in alto vince. Dati che combaciano esattamente con una mia analisi pubblicata qualche settimana fa, dove riportavo l’Elefante di Milanovic per l’Italia.
In modo chiaro e drammatico mostro che, negli ultimi 30 anni, il 70% della popolazione italiana ha subito un calo del tenore di vita (perdite del 35% per le fasce più povere), e solo il rimante top 30%, ha avuto un incremento, ma modesto. Dei vincitori, il top 10% ha, invece avuto incrementi tra il 10% ed il 20%.
L’élite, cosiddetta, asso piglia tutto, che non è solo un problema etico e di equità, ma soprattutto economico: la crescente disparità di reddito e concentrazione di ricchezza è uno dei più importanti freni alla crescita complessiva del nostro paese, perché diminuisce la propensione media al consumo, consumi che infatti non vanno bene, ovvio.