La crisi attuale non è soltanto sanitaria o economica che, per quanto gravissime, spero passeranno. Piuttosto, il nostro Paese sta mostrando il suo lato più debole, quello di un sistema istituzionale che non sembra in grado di offrire soluzioni ai problemi di questo secolo. Un sistema che, memore del passato, nel bilancio tra rappresentatività e competenza tende verso il primo, scelta condivisibile quanto i governi sono stabili, cosa che non avviene più oggi. Cosicché l’esecutivo si ritrova spesso senza competenze nelle materie del proprio ministero, senza alcuna esperienza gestionale, senza una visione e senza coraggio.
A monte di ciò, la pessima qualità del dibattito sociale e culturale fatto di slogan e raramente di analisi, la fretta di parlare prima di pensare, gran parte dei media che rincorrono quantità piuttosto che qualità, con i giovani più bravi che, giustamente, lasciano il paese, abbassando così la qualità media del Paese: un processo Darwiniano inverso, il regresso della specie. Per cambiare queste tendenze ci vorrà tempo che purtroppo non abbiamo più. Temo verremo condannati all’irrilevanza, a meno di un repentino colpo di reni, nei prossimi giorni, che ancora non si intravede.