La Lituania ha adottato una politica estera basata sui “valori”. Una politica che mi trova d’accordo e l’ho ribadito sui loro media.
Li ho pero avvertiti che una cosi lodevole iniziativa non deve mai essere strumento per andare contro un singolo paese ma applicata tout court: se hanno problemi con la Cina, bene, che vengano a galla.
Ma sollevare problematiche di valori solo contro la Cina e non anche con altri paesi, anche occidentali con le loro carenze su valori e diritti dei cittadini, sminuisce l’obbiettività della loro lodevole iniziativa e la riduce a semplice strumentalizzazione geopolitica e come tale verrà percepita, giustamente, da Pechino, senza quindi portare a risultati.
Come sempre dipende, quale sia il vero obiettivo di tali esternazioni.
Di seguito la mia intervista per Alfa sul tema
“Il mio semplice consiglio agli amici lituani sarebbe di non cadere nella trappola della diplomazia “di valore” applicata solo alla Cina: i valori non possono essere applicati solo ai singoli Paesi”, dichiara Michele Geraci, professore di economia e membro di lunga data del governo italiano nei rapporti con la Cina.
– Come descriveresti l’attuale relazione UE-Cina?
Molto critico nei confronti dell’incomprensione reciproca. È vero che la Cina deve affrontare alcune questioni sfavorevoli alle imprese dell’UE, come l’ingresso nel mercato, il principio di indifferenza o le barriere non tariffarie. Ma invece di negoziare e avere argomenti seri, e sapendo che la Cina atterrerà, l’UE solleva questioni discutibili, che in molti casi sono affari interni della Cina, diciamo, accuse sullo Xinjiang, dove io stesso sono stato a settembre e non ho notato nulla al riguardo .parla dei media occidentali. L’attacco della Cina a cose così scivolose senza motivo indebolisce la nostra posizione negoziale e danneggia le nostre imprese che vogliono fare affari in Cina. Questo è un grosso errore.
– Come valuteresti l’intersezione della Lituania, la cosiddetta “diplomazia del valore”, con la Cina?
Credo che l’abbandono del realismo neoclassico e il passaggio a una politica estera basata sui valori sia un grande cambiamento.
– L’atteggiamento della Lituania nei confronti della Cina è legato ai cambiamenti nella politica estera degli Stati Uniti?
La politica estera americana sta cercando di far fronte al fatto che presto gli Stati Uniti non saranno più la più grande economia del mondo. È difficile per i nostri amici americani venire a patti con questo, soprattutto perché questo titolo verrà tolto da un paese con un sistema sociale e politico assolutamente diverso dalle nostre democrazie liberali. Ancora più successo può accompagnare la Cina non solo nell’economia, ma anche nel superare il nostro modello sociale. Non sarà facile risolverlo, soprattutto in un’amministrazione democratica. Tuttavia, se la Lituania utilizzerà questa filosofia solo contro la Cina o qualsiasi altro paese, allora ci si può aspettare da loro colpi personali.
– Cosa ci si può aspettare ulteriormente dal conflitto diplomatico tra Lituania e Cina? Quali potrebbero essere i prossimi passi della Cina?
Dipende dall’obiettivo finale della Lituania, che non conosco. Come ho detto prima, se la Lituania assume la stessa posizione rigorosa con altri paesi che hanno problemi con i valori, i diritti umani, ecc., allora penso che la Cina non la considererà una politica personale contro di essa e contribuirà a allentare le relazioni. Lo sosterrei molto, perché la Lituania può davvero diventare un paladino per lo sviluppo di valori positivi in tutto il mondo. Come italiano, sento che abbiamo contribuito allo sviluppo dei diritti umani. Tuttavia, se la Lituania utilizzerà questa filosofia solo contro la Cina o qualsiasi altro paese, allora ci si può aspettare da loro colpi personali. – Che impatto può avere il conflitto Vilnius
– Pechino sulle relazioni UE-Cina?
La politica estera dell’UE è inefficace perché non esiste un mandato chiaro e gli Stati membri vogliono mantenere il pieno controllo della politica estera. Il mio consiglio a Bruxelles sarebbe di attenersi rigorosamente a quanto scritto nel Trattato di Lisbona, che è l’unico documento che conferisce potere all’UE. Andando oltre ciò che è scritto lì, sembreremo dei ragazzini che vogliono giocare a un gioco che è per i più grandi di noi. Raccomando quindi vivamente che l’UE si limiti a rafforzare le nostre politiche commerciali e industriali. Sosteniamo il commercio, gli investimenti e il transito di beni e servizi. Questo è il mandato dell’UE ed è ciò che l’UE dovrebbe fare se vuole servire i suoi cittadini.