Allora iniziamo il nostro viaggio direttamente dal campo dalla Cina e lo facciamo con il professor Michele Geraci già sottosegretario nel governo italiano allo sviluppo economico docente di economia, economista che insegna a Shanghai dovremmo già averlo in collegamento. Benvenuto professor Geraci.
PLEASE NOTE
Buon pomeriggio a voi.
Grazie del suo tempo, dove si trova oggi Professor Geraci?
Oggi sono nell’isola di Hainan, in particolare nella città di Boao dove si svolge il forum economico annuale, il Davos cinese.
Questo è veramente un forum importantissimo tant’è che anche il presidente cinese Xi Jinping è intervenuto lì soltanto due giorni fa però io parto anche da una curiosità come si vive oggi in Cina? Come si vive anche nell’isola di Hainan, rispetto alla pandemia e al Covid?
Si vive nella totale normalità, tutte le attività sono riprese, ormai da un anno quasi proprio dodici mesi fa esatti, l’aprile del 2020 la Cina ha riaperto tutto, si viaggia normalmente, c’è l’uso delle app che hanno il codice verde o rosso. Rosso se si va nelle zone dove ci sono stati dei focolai, ormai rarissime e tanti tamponi, io ne faccio due la settimana perché spostandomi da un posto all’altro è quasi necessario e arrivare in quest’isola: Hainan è un po’ quella che noi cerchiamo di definire, adesso che ci apprestiamo la nostra stagione del turismo su un isola Covid free, all’aeroporto, al porto e all’ingresso e in tutti i punti di arrivo in quest’isola bisogna fare un tampone per verificare appunto la negatività. Questo è stato fatto un po’ in maniera come dire forzata, durante questo forum perchè ovviamente ci sono i leader del partito, tanti manager e in genere non è così ma comunque la Cina non ha bisogno dei tamponi perché la app comunque gestisce il rischio dell’individuo e avendo un rischio veramente ormai ridotto quasi al minimo, sono un po’ delle abitudini piuttosto che delle strette necessità. Ma quello che tengo a dire che la vita è tornata alla normalità e ovviamente l’economia l’avete detto voi stessi +18.3% che significa che la Cina è come se non avesse mai avuto la crisi, è come se l’Italia crescesse del 34% nel primo del trimestre del 2021.
Ecco veniamo proprio a questi aspetti professor Geraci, perché quello che lei ci racconta ci dà l’idea di come la Cina abbia superato in maniera radicale anche con dei provvedimenti che forse qui sarebbero stati difficili da prendere ma comunque è riuscita ad uscirne a testa alta e adesso corre il dato che le ricordava è quello relativo al primo trimestre del 2021 +18,3%, il Presidente Cinese è intervenuto parlando anche del futuro dell’economia. Qual è la sua sensazione su come riemergere economia cinese rispetto alle altre economie del mondo e che ruolo giocherà nella ripresa globale quest’anno e il prossimo?
Avendo appunto loro riaperto tutto da un anno, questo 18% che lei ha ricordato di questo trimestre è ovviamente il frutto di una crescita che andata sempre più accelerando nei tre trimestri del 2020. La crescita è basata molto sulle esportazioni, qualcosa sugli investimenti, la domanda interna continua ad essere un attimino debole ma attenzione, per mettere tutto in prospettiva, qui stiamo parlando di una crescita del PIL che quest’anno farà circa il 6% e probabilmente addirittura anche l’8%, io sono più sull’otto loro si tengono un attimino bassi per prudenza, ma pensi questo 18 già nel primo trimestre se non dovesse succedere nulla nei prossimi quattro già fa quasi 5 per cento. Quindi il governo ha fatto una scelta, ha capito che la lotta contro la pandemia e quella di salvare l’economia non erano due obiettivi che erano in contraddizione, che bisognava scegliere: cosa facciamo? salviamo vite o salviamo l’economia? Loro hanno capito, dopo i loro ritardi, ritardi fino a Gennaio quindi non fino a ieri ma Gennaio 2020, hanno capito che bisognava invece farle contemporaneamente queste due lotte. Quindi loro per due mesi hanno chiuso il paese, hanno praticamente fermato l’economia e poi tutto è ripartito. Questo sarà un motore di crescita per tutta l’Asia che va attraendo perché anche altri paesi asiatici ovviamente i 15 paesi dell’accordo RCEP e la nuova area di libero scambio in Asia beneficeranno dalla crescita economica della Cina e attenzione sono paesi che sono sì in Asia ma io li chiamo: euro asiatici, perché c’è il Giappone, c’è la Corea, ci sono le Filippine e c’è anche l’Australia e la Nuova Zelanda paesi del Five Eyes, quindi diciamo alleati occidentali nostri che comunque quando si tratta di fare affari, in primis l’America sono i primi e cercare di volerne fare di più nei confronti della Cina.
E quindi questo attenzione più che una crescita globale io invito a una riflessione, sarà un decoupling della crescita, cioè la Cina e l’Asia andranno avanti e l’Europa stenterà, quindi in media (si ci sarà una media) ma è come sa, “la testa calda e i piedi freddi” purtroppo, perché noi è da 15 mesi che inseguiamo il problema e se mi posso permettere, la Cina non ha mai dato date di apertura, loro non hanno mai detto apriremo il 20 aprile, non ci sono state le province che lottavano contro il governo centrale a chi tirava la coperta, loro hanno detto il 23 Gennaio hanno fatto un decreto di tre righe dove ha detto chiudiamo tutto, porti, aeroporti, nessuno esce di casa e vi diremo quando si riaprirà. Lei ha detto giustamente sono metodi che da noi forse non si potevano fare ma il risultato è questo decoupling della performance.
Ecco io le voglio chiedere anche altre due cose rapidamente professor Geraci, la prima è lei sta seguendo questo che ha definito la Davos cinese, tutti gli anni da Boao emergono dei messaggi importanti poi su quelle che sono da una parte i programmi, i piani, le intenzioni del governo cinese ma anche come i partner del business e anche a livello politico reagiscono. Qual è il messaggio quest’anno che esce da questo convegno così importante in questi giorni?
Il messaggio che esce è stato forte quello del Presidente Xi che ha detto proprio dobbiamo cooperare, siamo un po’ tutti nei guai, ha usato un detto cinese che significa “siamo tutti nella stessa barca” quindi ha invitato tutti i presenti ma anche chi ascolta ad abbassare i toni e a cooperare e non è un caso che proprio nei giorni scorsi c’è stato l’incontro sul climate change, quindi sull’ambiente, tra Carrie e quei ministri cinesi, perché credo che la Cina e forse anche gli Stati Uniti speriamo, vogliono trovare un terreno di dialogo dove si è d’accordo perché è chiaro che i temi di conflitto sono tantissimi, li avete detti voi nel servizio introduttivo quindi è inutile andare a toccare quei temi per adesso, è meglio fare un reset della relazione ripartendo dai temi dove tutti, anche l’Europa, quindi abbiamo una partecipazione dei tre grandi blocchi Europa, Stati Uniti e Cina che hanno sia l’interesse economico, che politico di fare qualcosa per l’ambiente e questo è stato il grande messaggio.
Poi ho anche avuto l’occasione di parlare con l’ex governatore della Banca Centrale con Xiaochuan abbiamo parlato a lungo della Global Digital Currency e loro hanno detto non vi preoccupate il renminbi non ha intenzione di rimpiazzare il dollaro, vogliamo solo che arrivi un po’ al pari di quello che è il commercio cinese e quindi non da andare a soppiantare e attenzione queste questa valuta digitale non è il Bitcoin, non sono le cripto valute è soltanto una diciamo una rappresentazione diversa del renminbi invece di essere di carta è elettronico. Può o no aumentare la base monetaria ma non è quella criptovaluta che trattano i mercati perché è una valuta digitale che ha un cambio fisso con il renminbi 1:1, anzi è un renminbi.
Anzi la banca centrale cinese sembra tra le più avanzate nello studio di questo progetto che riguarda anche l’Europa con la banca centrale europea, il Brit Coin la valuta che gli inglesi stanno pensando anche.
Attenzione! La Cina può permettersi la valuta digitale per un motivo tecnico, che i tassi sono positivi mentre l’Europa a tassi negativi non può farlo perché questo costringerebbe i cittadini che non potrebbero più tenere il cash, il contante nel materasso a dover subire dei tassi negativi nei tassi di deposito, i tassi dei bond. Quindi la stessa cosa, la forzatura facciamo un esempio estremo che tutto il cash diventasse digitale, la Cina ha tassi positivi ma i paesi che hanno tassi negativi è come se si imponesse un trasferimento di ricchezza dai cittadini alle banche quindi attenzione da noi a come andare sul digitale assoluto, senza lasciare al cittadino la scelta di tenere il cash in casa a tassi 0 piuttosto che forzarlo in digitale con tassi negativi.
Certo il professor Geraci la ringrazio per questa panoramica esaustiva sul momento che attraversa la Cina dalla sanità all’economia la lascio però con un’anticipazione di quello che sarà il tema di cui discuteremo di più oggi che anche come cambia nella società cinese il grande fenomeno dell’allungamento dell’aspettativa di vita e quindi i rapporti tra generazioni, le spinte demografiche. Lei conosce bene anche la cultura cinese da tantissimi anni, le chiedo come vede l’evoluzione da questo punto di vista, tra poco poi la profonderemo ulteriormente.
Se mi consente stanno implementando una Fornero nuova, hanno capito che si allunga la vita e che le persone non posso andare in pensione come fanno qui attenzione 50 55 anni gli uomini e le donne e quindi stanno pian piano, il governo sta spingendo una narrazione dove invita le persone ad andare in pensione un po’ più tardi perché ovviamente anche qui loro hanno un problema del finanziamento dei fondi, perché basato sul sistema retributivo, contributivo misto, insomma hanno problemi finanziari. Attenzione loro hanno tanti problemi ma con queste politiche, diciamo centraliste, stataliste spesso, ecco la competenza che hanno ovviamente i membri del governo, oggi parlavo con il vice ministro del commercio, di cose tecniche, insomma qui fanno il lavoro per trent’anni, quarant’anni prima di arrivare essere ministri e riescono a risolvere. Quindi loro hanno capito che c’è questo problema delle pensioni guardano molto all’Italia, perché sanno che l’Italia ha il problema che la Cina potrebbe avere tra vent’anni se non dovessero prendere delle contromisure, quindi studiano cosa noi abbiamo fatto in questi vent’anni e cercano di evitare di fare gli stessi errori e quindi stanno a lungo cercando, con una pubblicità e con una narrazione di convincere la gente che andare in pensione a sessant’anni a sessantacinque non è poi così male, giocando sul discorso che c’è una esperienza, che gli anziani, le persone di mezza età attenzione, non possono andare in pensione ma hanno del valore aggiunto e possono continuare a contribuire alla società e questo in una società diciamo che ha una un’attenzione anche al benessere, non solo dell’individuo ma proprio dell’intera società, che deriva dalla confucianesimo, è un po’ più digeribile da noi dove invece individualismo prevale e uno cerca di arraffare quello che può, finché può.
Professor Geraci sarà orgogliosa la professoressa Fornero di questa globalizzazione del suo modello non sappiano se si siano ispirati a quello, ma stiamo a vedere.
Attenzione scusi passano da 50 anni in su non da 66!
In effetti pensavo di aver sentito male, ma in effetti quelle date è come dire quelle date, quei livelli per andare in pensione ci fanno pensare, io la ringrazio ancora, buon lavoro e noi resteremo su Class CNBC ancora in contatto con lei, sempre dalla Cina e a presto.
Grazie, arrivederci!