La Cina fa programmi ed ottiene risultati: oggi parliamo di come stia cercando di ridurre la sovracapacità produttiva in settori strategicamente importanti, come la produzione dell’acciaio e del carbone, temi a noi molto cari.
La Cina produce circa 1,200 milioni di tonnellate di acciaio all’anno, cioè una tonnellata per ogni cittadino. Ne consuma circa la metà e quindi questo eccesso produttivo provoca il ribasso del prezzo dell’acciaio nei mercati internazionali, con ripercussioni sulla profittabilità, ovviamente, delle nostre aziende. Pechino batte le ali e Taranto trema.
Riportare in equilibrio domanda e offerta, quando il divario è così grande, non è roba da poco, ed infatti negli anni passati se ne è molto parlato, ma i risultati non sono arrivati. Ci sono due modi per arrivare ad un equilibrio:
- aumentare la domanda;
- diminuire l’offerta.
Sul lato della domanda, l’iniziativa della nuova Silk Road promossa dal presidente Xi può portare ad un aumento delle esportazioni di acciaio verso i paesi dell’Asia centrale, oggetto di tale iniziativa, ma anche verso gli Stati Uniti dell’era Trump, che hanno bisogno di una completa ristrutturazione delle proprie infrastrutture di trasporto.
Sul lato dell’offerta, la Cina sta facendo il trapezista: per aumentare l’efficienza economica, bisogna ridurre la sovracapacità produttiva, e quindi le tonnellate di materie prime prodotte, ma questo porta ad un indebolimento della crescita economica e ad un alto numero di lavoratori da rimpiazzare. Gli interessi delle grandi aziende (anche se di stato) e della Pax Sociale rendono questo compito difficile.
Ma i risultati adesso cominciano a vedersi: il numero di impiegati nel settore dell’acciaio è sceso da 4.8 milioni a 3.5mn. Lo stesso per il carbone, dove il numero di lavoratori è sceso da 5.5 milioni a 3.5 milioni. La produzione dell’acciaio diminuisce di più di 50 milioni di tonnellate all’anno negli ultimi due anni (totale -100 milioni); quella del carbone è diminuita di 290 milioni di tonnellate nel 2016 e scenderà ancora di 150 milioni per il 2017.
Joerg Wuttke, ex presidente della Camera di Commercio Europea, in genere molto scettico su come opera la Cina, ammette che stavolta fanno sul serio. Come sempre. Ed il prezzo delle materie prime, sale. Buona notizie per chi produce.
Oggi, il Financial Times, nell’articolo (solo per abbonati) “China broadens campaign against overcapacity” tratta questo argomento, con due grafici che riporto di seguito.
Numero di impiegati nel settore acciaio e carbone
Andamento prezzo acciaio e carbone.