Giorgio Cuscito è autore di questo interessante articolo sulle relazioni tra Cina, Gran Bretagna e Unione Europea pubblicato sul Limes, che ci conferma come il potere negoziale della Gran Bretagna nei confronti della Cina sia molto diminuito dopo il referendum Brexit. Questo perché la Gran Bretagna stessa poteva rappresentare un partner privilegiato per la Cina all’interno della UE.
Senza voler mettere frasi mie in bocca all’autore dell’articolo, questa visione di Cuscito si sposa bene con quello che io sostengo ormai da tempo e cioè che la Cina cerca sempre di usare ciascuno dei 28 paesi dell’Unione a proprio vantaggio per penetrare il mercato dei rimanenti 27. Quello che a Bruxelles viene percepito come un punto di forza, cioè il fatto che tanti paesi abbiano costituito un mercato unico, dalla Cina viene invece strumentalizzato a proprio vantaggio, il che si trasforma in un punto di debolezza dell’Unione stessa.
Uso sempre il paragone di 28 paesi usati dalla Cina come 28 potenziali cavalli di Troia. Per rendere il paragone più visivo: sappiamo bene che il Titanic è affondato non solo perché ha colpito un iceberg, ma perché aveva tante porte senza paratie stagne, proprio come il Mercato Unico Europeo. Anche per questo, il modello di cooperazione dei paesi del sud-est asiatico, Asean, non si basa su una Custom Union, ma sul libero scambio regolamentato dal paese d’origine.
Divide et impera